domenica 14 dicembre 2014

Fusione con il blog "La Biblioteca della Scimmia"

Bentrovati a tutti!

Ricomincio a scrivere su questo blog dopo tanto tempo, in un anno pieno di cambiamenti, di avventure e di bellissime esperienze.

Ho deciso di inserire qui le recensioni sui libri che avevo cominciato a pubblicare nel blog "La Biblioteca della Scimmia". Non avendo tempo di portare avanti due progetti in contemporanea, continuerò a farlo qui, cercando comunque di rendere i diversi argomenti facilmente rintracciabili.

Grazie dell'attenzione e buona lettura!

L'Ultimo Teorema di Fermat di Simon Singh



Ho comprato questo libro ai tempi del primo anno di Ingegneria, sotto consiglio del professore che teneva il corso di Geometria I. Ricordo che disse qualcosa sul modo di conoscere la matematica, che bisognava conoscerla a 360° per comprenderla, o qualcosa del genere. In quel periodo tentavo proprio di fare quello, ma non per chissà quali alti ideali scientifici, piuttosto per arrivare ad un misero 18 e potermi dedicare alle materie che preferivo. Ad ogni modo, sono passati circa otto anni da quel giorno, e solo pochi mesi fa ho finalmente letto questo capolavoro, l'Ultimo Teorema di Fermat di Simon Singh. Ora mi accorgo che non è stato un caso che fino ad ora non fossi riuscito ad aprirlo con la seria intenzione di finirlo.

L'Ultimo Teorma di Fermat è un romanzo che ha nel cuore del racconto la dimostrazione del più difficile Teorema matematico di tutti i tempi. Fermat aveva lasciato una piccola nota tra i suoi appunti dichiarando di avere dimostrato facilmente che non esistono soluzioni intere positive per:

a^n + b^n = c^n          se n > 2

La storica frase trovata scritta fu la seguente:

"Dispongo di una meravigliosa dimostrazione di questo teorema, che non può essere contenuta nel margine troppo stretto di una pagina"

L'autore arriva all'epilogo della storia accompagnando l'evoluzione della matematica dai tempi di Pitagora a quelli moderni. Questo romanzo tende ad appassionare il lettore sempre di più grazie alla descrizione di personaggi ed eventi sconosciuti ai più. La matematica viene mostrata insieme alle storie degli uomini che la studiavano e che ne erano seguaci. Idee grandiose si intrecciano alla perfezione con drammi e avventure accadute realmente, mentre l'Ultimo Teorema rimaneva un sogno ed un incubo sullo sfondo di tutti loro.

Anche se Singh si sofferma spesso a fornire approfondimenti matematici, questi sono mostrati al lettore in forma discorsiva e accattivante, utile a non bloccare o appesantire la lettura per i meno avvezzi al mondo dell'algebra e della geometria. La narrazione della storia è fluida e coinvolgente, così da risultare impossibile rimanere lontani e distanti da problemi e dolori di esperienza comune a tutti noi. Si potrebbe dire che geni o non geni, siamo tutti uomini e donne.

Il finale è di altissimo livello, ma per ovvi motivi non svelerò nulla, anche per coloro che conoscono date storiche e pubblicazioni scientifiche sull'Ultimo Teorema di Fermat. Faccio solo una considerazione personale, dicendo che ho trovato stupenda la spiegazione del processo di conoscenza e di creatività illustrato proprio al termine del romanzo, pensieri appartenuti a colui che infine sconfisse l'Ultimo Teorema.

Una lettura che davvero vi consiglio e su cui mi piacerebbe molto discutere con gli altri lettori. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Otel Bruni di Valerio Massimo Manfredi



Circa tre mesi fa ho finito di leggere Otel Bruni, di Valerio Massimo Manfredi. E' il secondo libro che riesco a finire da quando ho cominciato a lavorare, ed è una cosa che mi piace, un aspetto positivo della faccenda. Era da molto che non riuscivo a trovare il tempo, o forse la voglia, di leggere e questo comportava un accumulo di libri sugli scaffali di camera mia. Credo di poter riuscire a smaltire molti racconti in questo modo, perché leggere in metropolitana fa volare il tempo che altrimenti sarebbe noioso e, soprattutto, fa volare la mia mente, che non guasta mai. Ma racconterò un'altra volta del perché mi piace leggere e del perché adesso riesco a farlo. Ora voglio parlare del libro in questione, Otel Bruni.

Otel Bruni è la storia di una numerosa famiglia che vive lavorando la terra. Non è loro, ma di un padrone che si fa vedere raramente, lasciando discreta libertà. Da subito si viene immersi nell'atmosfera del tempo, e si comprende che l'Otel Bruni è l'enorme stalla dove la famiglia si riunisce nelle notti d'estate e d'inverno, insieme a povere anime del villaggio o di passaggio. Si raccontano storie, si gioca, si beve e si mangia, il tutto nella semplicità dell'ambiente di campagna, dove sembrano ancora valere gli ideali della famiglia e del buon cuore.
La storia della famiglia Bruni passa attraverso la rovina dell'Italia nelle due Guerre Mondiali e i loro drammi, sono quelli di un Paese intero. Alti e bassi si alternano nelle loro vite, ma il declino dell'Italia segnerà tutti loro, uno dopo l'altro.

Non voglio dire troppo sulla storia, perché va letta per capire la profondità che trasmette. Personalmente mi ha toccato il cuore, ancora di più quando ho saputo, solo alla fine del libro, che le vicende erano di uomini vissuti realmente. Ci si affeziona a loro come degli amici, e la bravura di Manfredi sta proprio nel far diventare il lettore come se fosse uno della famiglia Bruni che ride e piange con i suoi fratelli. Il buon cuore e gli ideali, stridono come unghie sulla lavagna, in mezzo alla violenza e alla guerra, ma proprio per questo ricordano quali sono le cose importanti della vita ed è impossibile non fermarsi a pensare sul proprio passato, presente e futuro. L'esperienza dei conflitti Mondiali dovrebbe essere una lezione da non dimenticare mai. Bisognerebbe sempre ricordare i nomi di coloro che sono morti soffrendo, di ragazzi mai più tornati a casa, presi e sbattuti in prima linea con un fucile in mano,ad uccidere ed essere uccisi, senza nessuna libertà di scelta sulle proprie vite. Bisognerebbe sempre ricordare l'assurdità del contrasto politico, di come sia sbagliato creare divisioni all'interno dello stesso popolo, arrivando a uccidersi tra conoscenti e amici, solo perché uno ha la camicia nera e l'altro ha la camicia rossa. Probabilmente bisognerebbe ricordare troppe cose, e nessuno ha voglia di farlo, per pigrizia, per comodo o forse solo per l'ignoranza che ci portiamo dietro tutti.

Questo libro mi ha aperto uno scenario di cui fino ad ora non mi ero interessato molto. Sono sempre stato alla ricerca di eroi, e li ho quasi sempre cercati in storie inventate, seppur belle. Ma è un errore il mio. Non perché non sia giusto leggere storie affascinanti di mondi lontani e fantastici. E' una cosa che mi piace fare e che continuerò a fare, ma non devo più ignorare gli eroi veri, le cui azioni e il cui sacrificio sono passati in questa terra, lasciando un dolore che ha distrutto il cuore di un loro amico, di un loro amante o della loro famiglia. Vorrei cercare di conoscere più storie possibili, anche solo per sapere un nome in più. Anche se studiassi una vita, non sarebbe possibile sapere di tutti coloro che sono morti in questa o quella guerra, ma credo che la storia di un solo di loro, possa in qualche modo legarsi alle altre. Devo farlo, pian piano e senza fretta, un poco alla volta, spero di riuscirci.
Concludo qui. Alla fine non ho parlato quasi per niente del libro in sé, ma spero comunque di essere riuscito a trasmettere le emozioni e i pensieri che mi ha lasciato Otel Bruni, e di destare l'interesse per questo piccolo capolavoro, che sicuramente non dimenticherò.

Se qualcuno avesse intenzione di leggerlo, fatemi sapere la vostra opinione.